“LA LAMA DEI BORGIA:LA GIOVINEZZA"

Racconto lungo ispirato alla giovinezza di Cesare Borgia e del suo fedele Miguel de Corella.

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  1. Silm@rien
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    CITAZIONE (luigiilfollettodeiboschi @ 27/5/2012, 19:51) 
    cara morgane, mi stupisci sempre più. sei davvero brava, e ogni volta migliori sempre di più. Come il buon vino. E sei molto brava a spiegare bene i vari periodi storici. Io per esempio questa dote non ce l'ho. attendo la seconda parte ;)

    Ha ragione Luigi! Che bello!
     
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  2. KingForEver
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    Quoto il Folletto e Silm@rien!!!! clapping
     
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  3. DaniMZBradley
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    Amore, passione e sangue. Scrivi benissimo e poi quel periodo storico è affascinante! Lama di Toledo, muscoli guizzanti.... con gli intrighi del Vaticano come sfondo... il racconto mi cattura! :wub:
     
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  4. MorganeLaFée
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    Roma inverno 1498 (seconda parte)

    …sì…calore…sì…la locanda era calda….ma in quel momento una mano fredda si posò sulla spalla nuda di Miguel …era nel suo letto alla reggia vaticana,dove si era infine addormentato,senza neppure tirare le cortine che spiovevano dal baldacchino e in sogno era ancora da Topazia,ma in realtà il vino bevuto l’aveva sprofondato in un sonno pesante,quasi di oblio del suo essere,ma,come una pantera sempre pronta all’attacco,egli si svegliò di soprassalto mettendo mano in un attimo a un pugnaletto che nascondeva sotto i cuscini…
    < Miguel non essere sempre così diffidente…amico mio…sono io…
    Chi vuoi possa entrare nella tua stanza dalla nostra porta,se non io?? >
    La voce di Cesare,di solito imperiosa ed arrogante,era un dolce sussurro nelle tenebre della camera appena rischiarata da una piccola lucerna e la sua mano non più fredda ormai era già scivolata sul torace di Miguel e gli stuzzicava un capezzolo…
    < Sei tornato…> disse Miguel con un sospiro…quelle dita insinuanti avevano il potere di eccitarlo anche con una fugace carezza e solo le coperte che aveva addosso impedivano che il suo membro,già indecentemente pronto,fosse visibile al compagno.
    < Sei intrattabile ultimamente!! Sempre cupo,maledetto valenciano!!! Non capisci che ti voglio,non capisci che senza sentire la tua pelle,senza il tuo corpo mi sento male?!?>
    Miguel non rispose,solo il suo respiro diventò più rauco ed accelerato…anche lui voleva l’amico,lo voleva fortemente e pressantemente.
    Cesare scostò bruscamente le coltri del letto fino a farle scivolare a terra in un cumulo di raso e trapunte,rivelando il corpo nudo ed eccitato dell’amico. Il petto,il torace,i fianchi di Miguel erano tutti segnati da una ragnatela di cicatrici,alcune più piccole e sottili,altre più lunghe e spesse,cicatrici lasciate da spade e coltelli.
    < I segni della tua lealtà > disse Cesare e lasciò andare la sua mano a toccarne uno in particolare,una brutta cicatrice nodosa sul costato di Miguel,non molto lontano dal suo cuore …< Pisa,il mio primo attentato…> mormorò con voce bassa e ruvida
    <…sapevi a malapena tenere in mano una spada ma non hai indugiato un attimo,pur circondato da guerrieri più forti di te…y el terror en los ojos de aquel hombre,quando que se levantò…>
    Miguel chiuse gli occhi e il suo respiro si fece pesante,mentre le dita di Cesare scivolavano lungo il suo torace ignorando cicatrici e indugiando su altre fino a fermarsi su una lungo il suo fianco destro…< Roma,invece,e un tradimento inaspettato!> sussurrò. Miguel rabbrividì, ancora ad occhi chiusi,testa e spalle rigide e Cesare sorrise di un sorriso tagliente mentre la sua mano si era fermata sul fianco dell'amante con le dita che gli stringevano la pelle. Miguel chiuse gli occhi,quasi incapace di resistere alla vista del suo signore e quando li riaprì erano carichi di bollente determinazione:voleva sentire le labbra di lui sul suo uccello,già eretto fino allo spasimo e non aspettò che l’altro si fosse svestito completamente,gli prese i lunghi capelli e lo costrinse in ginocchio a lato del letto…
    < Ah… -disse Cesare,allungando le mani sul cazzo di Miguel ed eccitandosi terribilmente a sua volta-..solo l’umore hai depresso..il resto è sempre…vivace!>
    < César…en la tu boca …si Su Excelencia el hijo del Papa harà un buen trabajo,después Su asesino favorito le jodan a la muerte por placer…>
    < No tengas miedo…todo para te,Miguelito mio,todo…para siempre…>
    Fu un rapporto intenso e selvaggio come solo tra loro riuscivano ad averlo,mescolando desiderio dei sensi,sentimenti di reciproca sopraffazione e insieme di amore e di gelosia per la carne e per la mente l’uno dell’altro:quando Miguel si staccò da Cesare sembrava fosse passata un’era del mondo da quando quest’ultimo era entrato nella stanza e,spossati,i due giovani si addormentarono vicini.

    Edited by MorganeLaFée - 2/6/2012, 16:16
     
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  5. luigiilfollettodeiboschi
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    mi è venuta una gran voglia di conoscere Miguel! ;) Morgane, me lo presenti?
     
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  6. MorganeLaFée
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    miguelciao
    Ecco Miguelito,caro Folletto! ;)

    (disegno tratto dal manga "Cesare il Creatore che ha distrutto" di Fujumi Soryo)

    Edited by MorganeLaFée - 2/6/2012, 17:54
     
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  7. luigiilfollettodeiboschi
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    apperò, mica male.
     
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  8. DaniMZBradley
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    Entrambi i giovani, sia Cesare che Miguel, sono bellissimi. Il fascino spavaldo della giovinezza e della battaglia, muscoli e passione... trovo che il NC17 renda molto più intensamente l'ardore e il rapporto tra i due. ;)
     
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  9. MorganeLaFée
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    CITAZIONE (luigiilfollettodeiboschi @ 2/6/2012, 17:54) 
    apperò, mica male.

    Sì,la tipa disegna molto bene e le piacciono i bei ragazzi evidentemente...il manga non è mai (per ora almeno) stato terminato e,nonostante i Giapponesi non abbiano remore al riguardo,nel racconto non c'è traccia di amore tra Michelotto e Cesare,solo di amicizia...allora,sai come sono fatta,la storia me la sono fatta io,anche perchè il Borgia ed il Corella qui in Romagna ci sono stati davvero per vari anni e ho trovato storie e tracce in musei,biblioteche,etc.etc. Mi sono divertita moltissimo a studiare la loro storia,che è un romanzo già così com'è...io ho aggiunto solo "ambienti" e SLASH...ma,credimi,tra loro qualcosa c'è stato...quando ho più tempo,se ti va,ti racconto un po' di fatti veri dei due personaggi e capirai perchè immagino che tra loro ci sia stata una relazione. CIAO!!!

    jpg
     
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  10. luigiilfollettodeiboschi
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    certo, quando vuoi!
     
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  11. DaniMZBradley
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    Uhm... vedo che i manga sono disponibili su AMAZON!!!
     
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  12. MorganeLaFée
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    @Luigi: OK...a presto!!! :P :P

    @Dani: sì,io quelli finora usciti,mi pare fino all'VIII o al IX,li ho acquistati lì,cioè devo dire che li scoprì Tonino,che ha sempre condiviso la mia passione per la vera storia dei Borgia!
     
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  13. MorganeLaFée
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    ...con questo post..."La Lama dei Borgia:la Giovinezza" termina...per ora non so se vi sarà un seguito...in fondo un racconto SLASH,anche se ispirato a figure e fatti storici realmente accaduti,non può essere lungo più di tanto e poi io amo descrivere i protagonisti quando sono molto giovani...

    Roma inverno 1498 (terza parte)


    E il mattino arrivò con i rumori lievi ed attutiti della servitù che percorreva i corridoi del palazzo,Cesare si svegliò. Una luce grigia filtrava appena dai tendaggi,ma, voltandosi di lato,vide il viso di Miguel,che lo guardava coi suoi grandi occhi scuri,dai quali trapelavano amore e tristezza.
    << Senti,Miguel,ho capito benissimo che anche ieri sera,come sempre quando qualcuno mormora,credendo di non essere udito,qualcosa di quel maledetto 14 luglio di anno scorso,ti sei adombrato per i sussurri degli uomini dell’ambasciatore spagnolo…devi smetterla!
    Queste chiacchiere infondate continueranno ancora,ma noi sappiamo che non sono vere,quindi devi imparare a non dargli peso! Francamente mi meraviglio di te! Non sei un fiorellino e le tue mani si sono sporcate spesso di sangue senza che tu te ne dessi troppo pensiero. Inoltre chi ha fatto fuori mio fratello Juan,ha fatto un favore a tutti! Era un idiota,un “miles gloriosus”,buono a scoparsi le mogli degli altri e a nient’altro!…solo mio padre lo teneva in conto…chissà poi perché?...ma era evidentemente uno dei suoi soliti capricci di uomo potente e volubile,tant’è che dopo pochi giorni di lagne e di lutto…l’ha egregiamente sostituito col sottoscritto,senza essersi mai più pentito del cambio! E io e quindi anche tu,mio caro,ne abbiamo tratto vantaggio:dovremmo cercare quell’ignoto assassino e premiarlo! E invece tu perdi il buonumore ogni volta che qualche imbecille rinvanga l’accaduto,chiaramente,e inutilmente,solo per screditarmi,ti arrabbi…davvero..non ti capisco! Quando era vivo non lo potevi vedere,ora che è morto sei l’unico a darsene pensiero!>>
    <<lo sai che mi arrabbio solo perché tengo alla tua fama,Cesare! Non è per me…io sono quello che sono per mia sola scelta e,a parte te,non devo rendere conto a nessuno del mio operato. Ma non mi pare giusto,proprio perchè è una falsità,che circoli la voce che tu sei il mandante dell’omicidio di tuo fratello.>> replicò pacatamente Miguel.
    << Bah…ormai lo fanno solo per vedere se io ho una qualche reazione…persino i Veneziani si sono convinti che io non ho avuto nessuna parte in quell’uccisione!...quindi vediamo di non parlarne più e soprattutto di non farci più il sangue cattivo per quel fatto…io ho un solo vero fratello e sei tu,Miguelito,d’accordo?>>
    E Cesare gli si avvicinò all’orecchio e sussurrò a lungo.
    <<d’accordo,mio Signore.>> rispose alla fine Miguel e le sue sensuali labbra si chinarono sulla guancia dell’amico per deporvi un bacio appassionato.
    Rivestitisi,ciascuno andò per le proprie incombenze della giornata.
    Miguel si diresse verso le scuderie:voleva constatare di persona lo stato di un suo cavallo che aveva avuto un incidente e che attualmente era in fase di ripresa.
    In realtà le scuderie con il loro odore misto di sudore ed escrementi di cavallo,cuoio dei finimenti,paglia fresca e foraggio stipati sulle lettiere e nelle mangiatoie e coi rumori degli stallieri che,scherzando e talvolta litigando tra loro,ripulivano con la stiglia gli animali,rabberciavano le redini rotte,pulivano dallo strame gli stalli,insomma le scuderie erano per Miguel un altro posto dove riusciva a stare tranquillo:del resto le aveva sempre frequentate e,senza farne sfoggio,aveva occhio per i cavalli e per le loro attitudini,li amava e spesso si prendeva personalmente cura dei suoi animali .Gli scudieri,gli stallieri lo conoscevano,sapevano chi era,ma lo stimavano,per loro era solo un nobile poco spocchioso che voleva bene alle bestie e che era sempre pronto a discutere con loro con cognizione di causa e anche semplicemente ad imparare da loro. Così anche questa mattina,dopo una notte travagliata di vino,pensieri foschi e sesso duro ed un risveglio per contro tranquillo,dolce e liberatorio Miguel era sereno e pensava,mentre accarezzava il cavallo.
    Pensava che il povero,insopportabile Juan era davvero un essere scarsamente dotato se non di chiacchiere per millantare il credito che non aveva e per sedurre sciocche ragazze…era effettivamente bello ed elegante come tutti i fratelli Borgia e biondo come Lucrezia,la quale peraltro lo considerava una perfetta nullità,ma Juan per un certo periodo di tempo era stato il suo chiodo fisso. Intanto era il vero fratello di Cesare e non perdeva occasione per farlo notare all’intruso che si era installato al suo fianco,ma,cosa ancor più grave,Rodrigo Borgia,alla morte del suo primogenito Pedro Luis (questi davvero uomo di gran razza!) aveva deciso che il successore doveva essere Juan. Quindi gli aveva fatto sposare la vedova del fratello defunto,una nobildonna spagnola,e l’aveva avviato al mestiere delle armi ed all’esercizio del potere,questioni nelle quali era molto più versato Cesare,ma a quest’ultimo,nonostante le sue proteste,era toccata la carriera ecclesiastica come cardinale di Valencia e dapprima per prenderlo in giro,poi quasi come titolo di rispetto,vista la sua forza e il suo coraggio,tutta la corte,per questo,lo soprannominò “il Valentino”.
    Solo Miguel sapeva quanto dolore gli aveva arrecato questa decisione del padre!
    Miguel non si scomponeva in nessuna occasione,ma di fronte alla pena di Cesare non reggeva e,dopo mesi e mesi di attesa di un ordine che non venne mai,lui,Michelotto da Corella,”alter ego” oscuro di Cesare,prese una decisione che tenne solo per sé:avrebbe atteso l’occasione giusta per togliere di mezzo Juan e rendere possibili le aspirazioni del suo unico amico e amore.
    E in quella sera del 14 luglio del 1497,in una calda estate romana il momento tanto atteso giunse.
    Tutti e quattro i fratelli Borgia,anche Lucrezia ed il piccolo Jofré,il fratello minore,erano ospiti per cena nella villa fuori porta Capena della madre,Vanozza.
    Alla tavola,elegante ma semplice,allestita sotto il pergolato teneva banco Juan,ridanciano e ciarliero,nei suoi sfarzosi e colorati abiti esotici,ispirati alla moda turca,che amava indossare da quando era divenuto inseparabile compagno di Dijem,fratello minore del sultano turco Bajazet,attualmente a Roma,presso la corte vaticana,come ostaggio..ostaggio in una prigione dorata,sempre in festa e circondato da cortigiani e donne come era,soprattutto da quando appunto era diventato il favorito del figlio del Papa. Per contrasto Cesare,seduto di fronte a lui e di fianco a Lucrezia,in vesti laiche ma comunque nere e severe,come gli erano imposte dalla sua posizione di cardinale,era taciturno e poco incline al riso.
    Al termine del convivio un valletto sconosciuto agli altri membri della famiglia aveva consegnato una missiva a Juan che subito aveva preso commiato dalla madre e dai fratelli e si era allontanato dalla casa a cavallo,da solo o meglio,come poi qualcuno disse,al seguito di un misterioso individuo mascherato e pure lui a cavallo.
    Da allora nessuno vide più Juan Borgia vivo.
    Anche se il giorno dopo non si presentò a palazzo,il fatto non creò
    preoccupazione:capitava che,sorpreso dal mattino a casa di un’amante,egli rimanesse nascosto fino alla sera successiva. Ma quando non si fece vivo dopo due giorni,il Papa e tutta la corte cominciarono a inquietarsi seriamente ed a cercarlo tanto febbrilmente quanto inutilmente;venne poi ritrovato il suo cavallo bianco (ancora ricoperto dai suoi preziosi finimenti) e allora si iniziò a pensare al peggio. Infine al quarto giorno dalla scomparsa,al mattino presto,un povero pescatore,che abitava sulla riva del Tevere,si presentò al Segretario di più infima levatura della corte per raccontare di avere visto gettare da alcuni individui malvestiti e col volto coperto,nelle acque del fiume un cadavere signorilmente abbigliato proprio all’alba della notte della scomparsa di Juan. Iniziò prontamente la ricerca nei siti in cui il Tevere,per il gioco delle sue correnti,faceva affiorare ed arenare i tristi fardelli umani che gli venivano così spesso affidati. Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno,nelle basse acque vicino alle sponde degli acquitrini dopo il ponte Milvio fu ritrovato un cadavere trafitto da molte pugnalate.
    Il povero corpo era in parte sfigurato sia dalle molte ferite che gli erano state inflitte da mani rabbiose,sia dalla permanenza nelle acque del fiume,ma quel che restava visibile e le sue inconfondibili vesti lo fecero subito riconoscere come Juan e quest’ultimo particolare degli abiti (unito al precedente ritrovamento del cavallo con tutta la bardatura intatta) fece anche capire che movente dell’uccisione non era da considerarsi il furto.
    La notizia fece scalpore,il dolore del Papa fu enorme e subito cominciò la ridda dei sospetti:avversari politici (gli Orsini e i Colonna,già dal giorno della sparizione di Juan si erano arroccati nelle loro residenze fortificate fuori Roma)? Genitori non rassegnati di fanciulle sedotte? Uno dei tanti mariti traditi? Ma in realtà presto tutta la città si rese conto che una persona comunque avrebbe tratto molti vantaggi dalla morte del giovane Juan Borgia…l’altro giovane Borgia…Cesare!...e su di lui e,ovviamente,sui suoi uomini fidati,si appuntarono ben presto quasi tutti i sospetti.
    Ma il comportamento assolutamente impeccabile di Cesare,che restò sempre discretamente accanto al padre con misurato cordoglio in questa triste e luttuosa circostanza e il silenzio dei suoi (e a quell’epoca era strano che non trapelasse nulla riguardo un fatto simile da chi era al servizio di un nobile,sia per malevolenza,sia per corruzione,sia per costrizione) fecero cadere le accuse ancora prima che fossero formulate apertamente e anche il Papa,a onor del vero inizialmente freddo col figlio,dovette ricredersi o far finta di ricredersi,considerato che in fondo Cesare era l’unico rampollo valido rimastogli,visto che Lucrezia era una femmina e Jofré ancora un ragazzino.
    Celebrato dunque il funerale di Juan in grande pompa,iniziò l’innalzamento di Cesare:dapprima in sordina quando gli fu tolto il titolo di cardinale di Valencia e poi in grande onore quando fu elevato a duca di Valentinois,perché potesse continuare a mantenere il suo appellativo di “Valentino” (di cui egli aveva fatto,diremmo oggi,un “marchio di fabbrica”) e in seguito quando divenne il comandante in capo delle truppe dello Stato Vaticano.
    Insomma in quell’estate del 1497 dinnanzi a Cesare,a soli 22 anni,si apri la carriera politica e militare che tanto agognava.
    Era bello vedere di nuovo Cesare felice ed entusiasta,pieno di idee e progetti e Miguel non si pentiva mai di quel che aveva fatto. Odiava Juan che incarnava tutto ciò che egli detestava:superficialità,incapacità,arroganza e meschina malvagità e che era,comunque,il vero fratello di Cesare;l’unico cruccio che si faceva era quello di non essere riuscito ad agire del tutto in modo da non far ricadere neppure il minimo sospetto sul suo signore.
    Ma dopo la notte scorsa,Miguel decise che non doveva più preoccuparsi:la stella di
    Cesare era in ascesa e tra breve nessuno si sarebbe più ricordato dell’esistenza dell’inutile Juan e poi il suo animo era finalmente libero dalla pena,che era solo quella di avere un segreto per Cesare. Questi sapeva,aveva sempre saputo…e stamattina,col quel fitto mormorio al suo orecchio gliel’aveva detto,l’aveva ringraziato e gli aveva confidato che,in cambio,non gli avrebbe dato l’incombenza di uccidere Perotto,il seduttore di Lucrezia,ma che l’avrebbe fatto lui stesso di fronte a suo padre,il Papa.
    Qualche tempo dopo,infatti,inevitabilmente,la notizia della gravidanza di Lucrezia divenne nota e il Papa ne fu molto addolorato ed indignato,ma quando venne a sapere che il responsabile era il suo fido Perotto,cercò di insabbiare l’accaduto.
    Tuttavia egli era ormai molto dipendente da Cesare e questi aveva giurato di riscattare l’onore della sorella con l’uccisione del colpevole.
    L’8 febbraio di quello stesso 1498,Cesare affrontò nell’anticamera della Sala delle Udienze del Pontefice don Pedro a male parole e l’incalzò col pugnale. Il malcapitato allora corse precipitosamente nella sala,dove Alessandro VI,il suo protettore,teneva udienza,cercando rifugio presso di lui. Ma Cesare fu implacabile:accusò Perotto e ne decretò la condanna di fronte al Papa. Perotto allora si riparò addirittura sotto il manto del Papa,ma inutilmente:lì Cesare lo pugnalò a morte e,come ebbe a scrivere il veneziano Paolo Cappello,presente al fatto in quanto in attesa di un’udienza pontificia proprio quel giorno,il sangue schizzò addirittura sul viso di Alessandro VI.
    Ma il Papa aveva bisogno della forza di quel suo figlio che ora gli appariva feroce e gli faceva provare sentimenti misti di terrore e di compiacenza e,pur sbigottito di raccapriccio per la scena sanguinosa,inconcepibile in quel luogo sacro,non disse parole di rimprovero,anche perché,come ebbe poi a scrivere malignamente il Burcardo (maestro di cerimonia del Papa) nelle sue memorie,era semisvenuto dalla paura,soprattutto quando gli scherani armati di Cesare fecero irruzione nella sala per disperdere i convenuti all’udienza.
    Come è ovvio,questo fatto fu presto risaputo e fece molto rumore in tutte le Corti italiane ed estere e tutti cominciarono a capire chi era veramente al comando in Vaticano,almeno negli affari temporali e furono gettati allora i semi di timore per alcuni,di speranza per altri,che portarono alle prime idee delle alleanze e dei tradimenti,che avrebbero caratterizzato la scena politica negli anni a venire.
    Certamente Cesare nel compiere pubblicamente un atto così estremo in quel luogo così particolare voleva suscitare tutto questo,ma vi era anche un motivo nascosto e personalissimo:il sangue da lui versato alla luce del sole sul trono paterno divenne insieme al sangue del suo vero fratello versato nel segreto della notte da Miguel il suggello del loro patto,della loro amicizia e del loro amore…loro due,i nuovi Dioscuri (Cesare,il fratello luminoso e Miguel,il fratello tenebroso e viceversa a seconda del momento) indissolubilmente uniti nello spirito e nella carne,loro due,soli,insieme contro tutti e contro tutto,per tutta la vita.

    caesarmiguel







     
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  14. MorganeLaFée
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    A proposito del vero personaggio di Miguel de Corella


    Notizie reali,storiche su Michelotto...scarne...

    Si sa che era un giovane della piccola nobiltà di Valencia,era nato forse nel 1470 (Cesare Borgia era del 1475) nel vicino piccolo paese di Corella,dove appunto c'è una chiesa,lungo il percorso del pellegrinaggio per Santiago de Compostela,dedicata a San Miguel de Corella e sicuramente il suo nome deriva da questo santo).
    Quasi di sicuro entrò a far parte dell'entouràge di Cesare ai tempi in cui questi era all'Università di Pisa (vista la rapida ascesa dei Borgia a Roma,molte famiglie nobili di Valencia inviarono alcuni dei loro giovani membri a fare parte della loro corte per acquistare prestigio e denaro),ma altri storici fanno risalire l'ingresso di Miguel al servizio di Cesare prima,ai tempi della loro infanzia e io prediligo questa interpretazione,anche se meno storicamente accreditata.
    Di fatto mi ha affascinato e mi intriga il sodalizio a vita proprio tra Cesare Borgia e il suo braccio destro,Miguel.
    In effetti,il numero di omicidi che Miguel ha commesso per i Borgia è praticamente incalcolabile.
    Tra i più celebri quello di Alfonso d'Aragona,secondo marito di Lucrezia Borgia:il poveretto già scampato ad un primo agguato notturno (capeggiato dal nostro) all'ingresso dei Palazzi Vaticani,fu poi ammazzato da Miguel stesso,che lo soffocò col cuscino nel suo letto,dove giaceva convalescente dalle ferite appunto ricevute precedentemente,dopo che ingannevolmente il sicario aveva allontanato dal capezzale dell'infermo la moglie Lucrezia e la sorella (la famosa Sancia d'Aragona,moglie del giovane Jofrè Borgia e amante di Cesare)...al loro ritorno,Miguel non le fece entrare,condolendosi con loro per la morte di Alfonso,avvenuta "perchè,già molto debole,era in loro assenza caduto dal letto"!
    Famosissimo poi l'assassinio di Vitellozzo Vitelli e Oliverotto da Fermo (capitani di ventura alleati del Borgia che poi cercarono di tradire);per il Machiavelli il tranello ordito da Cesare per vendicarsi del loro tradimento nella Rocca di Senigallia il 31 dicembre 1502 è un capolavoro di raffinatezza politica (lo descrive ne "Il Principe");si sa che i due materialmente furono uccisi da Miguel,che li strangolò simultaneamente con una corda di violone.
    Il Corella fu quindi sempre fedelissimo del Borgia,ma senza chiedere mai cariche ed onori:lo affiancò,ovviamente,anche nella conquista della Romagna.
    Di questo periodo è un accadimento che racconta il Calzi,uno dei nostri storici faentini più accreditati:quando i fratelli Manfredi, Astorre e Giovanni Evangelista,si arresero all'assedio di Cesare,con il patto che non fossero commessi violenze e saccheggi a carico degli abitanti di Faenza,come furono impediti queste efferatezze (tipiche di un esercito mercenario quando aveva in balia una città presa)?? Semplice! Dal Convento dell'Osservanza (in pratica fuori Porta Montanara,dove oggi è sorto il Cimitero) partì una compagnia di cavalieri al comando di Miguel,che li schierò entro la città,lungo i corsi principali:solo dopo questa manovra il Valentino col resto dell'esercito entrò dentro Faenza e quindi fu Michelotto con la sua compagnia a garantire l'ordine!
    Piccolo florilegio SLASH...inaspettato dallo storico Calzi!...ma pare che i ragazzi Manfredi fossero molto affascinati da Cesare Borgia e lusingati di entrare a far parte del suo seguito (si mormorava in Faenza di..."amori contronatura"...) e in effetti,finchè non arrivarono a Roma furono onorati e trattati benissimo!! Cosa poi sia successo là..intrighi politici,gelosie..resterà un mistero,a parte che i due disgraziati furono ripescati in Tevere...strangolati!...Miguel?!? Non lo sapremo mai...
    Per le solennità del Natale,Cesare ritornò in Vaticano e le Romagne di fresca conquista per quel periodo vennero rette da Miguel...dicembre 1500 a Forlì la popolazione gli presentò una lamentela riguardo ad un calzolaio troppo esoso,il nostro constatò che era vero e lo fece impiccare...da qui forse l'uso dei "saldi" natalizi??? Gennaio 1951 a Faenza un nobile locale subì il furto di una preziosa spada da parte di un membro della corte borgiana,ma si rivolse a Miguel (e questo la dice lunga!) per avere giustizia:Michelotto riconosciuto il ladro,lo impiccò e restituì l'arma al faentino...insomma...piuttosto rude e spicciativo,ma giusto!
    Tuttavia,quando alle Romagna viene assegnato un Governatore "stabile",è Ramiro de Lorqua (un altro Valenciano al seguito del Borgia e lontano parente,pare,di Miguel) a ricoprire questa carica e Michelotto ritorna al fianco di Cesare.
    Successivamente,quando da parte dei notabili romagnoli arrivano a Roma voci che Ramiro è troppo esoso con le tasse e che trattiene gran parte dei proventi per sè,è il suo "parente" Miguel che viene inviato con discrezione a verificare i fatti e,una volta accertatili,condanna a morte per impiccagione il Governatore (che fu squartato "post mortem",onde esporre i "pezzi" appesi alla Porta Schiavonia a monito di altri truffatori dei Borgia !) e poi...Miguel ritorna a Roma,all'ombra di Cesare!
    Tra i due c'è un attaccamento strano tra un sicario mercenario come viene sempre descritto (ma che non chiede mai una carica pubblica,un ufficio di rappresentanza...) ed il suo spietato padrone...alla fine "dell'avventura borgiana" poi capita un fatto singolare.
    Quando nel 1503 i Borgia,con la morte di Alessandro VI e la malattia di Cesare,persero Roma e il loro potere,Giuliano della Rovere,il loro acerrimo avversario,divenuto papa col nome di Giulio II,ordina l'arresto di Miguel (che avviene in Toscana,da dove a tappe forzate stava cercando di ritornare a Roma...e il suo padrone era ormai finito e lui non poteva non saperlo!). Poi al momento della cattura di Cesare a Ostia (deve imprigionarli contemporaneamente...)Giulio II fa condurre Miguel nel carcere di Tor di Nona e lo fa torturare affinché confessi i delitti fatti commettere da Cesare e da suo padre.Dopodiché fa riferire a Cesare (recluso a Castel S.Angelo) l'accaduto,affinché si arrenda e gli consegni le parole d'ordine che servono per prendere possesso delle sue fortezze in Romagna e...Cesare (il terribile e senza cuore Cesare Borgia!!) cede appena sa cosa stanno facendo a Miguel!...e d'altro canto,Giulio II non può esultare troppo:infatti a Tor di Nona Miguel (il sicario prezzolato,che non deve fedeltà a nessuno...) resiste alle torture evitando di fare ammissioni compromettenti.Il papa così
    non può condannare a morte il Valentino.
    Questa prova di lealtà e coraggio colpisce profondamente Machiavelli:quando Michelotto uscirà di prigione,due anni dopo,convincerà la Repubblica Fiorentina ad assoldarlo,affidandogli il compito di mettere in piedi un esercito simile a quello di Cesare Borgia e facendolo reggente dei paesi di Terra del Sole e Castrocaro,ora in provincia di Forlì,ma allora appartenenti alla Toscana,e vi è un epistolario tra Miguel ed il Segretario Fiorentino!
    "...E di quanto scrivo a la Signoria vostra ne voglio esse’ al paragon di Dio e delli omini del mondo,che io so’ gentilomo e naqui gentilomo,che non fo cossa che non sia ben fatta e chiarra.....don Michel de Corella mano propria."
    (dalla lettera 142 bis dell'epistolario di Niccolò Machiavelli,datata:Fiorenzuola,5 settembre 1507 e scritta di suo pugno da Miguel).
    Cesare sempre prigioniero,nel frattempo,veniva spostato da Napoli alla Spagna,dove evaderà da ben due fortezze,rifugiandosi nel piccolo regno di suo cognato,Giovanni III d'Albret,re di Navarra.Cesare morì combattendo per il cognato all'assedio di Viana,nella notte fra l'11 e il 12 marzo 1507.
    Michelotto,nemmeno un anno dopo la tragica fine di Cesare,nel gennaio del 1508 viene assassinato a Milano da sicari rimasti ignoti.



     
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  15. luigiilfollettodeiboschi
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    invidio il tuo modo di scrivere, sembra così fluido! a me invece a volte non viene naturale! comunque degno finale, chissà se ci sarà prima o poi ci sarà una continuazione! ;)
     
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32 replies since 7/4/2012, 22:56   752 views
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